Tenuta "Furma Liberty"
Restauro di Villa D'Ayala, del parco e dei fabbricati annessi
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Una tra le più lussuose residenze di campagna in villa realizzata agli inizi del ‘900, presumibilmente dall’architetto Lanzerotti (1875-1944) di Catania per conto di Francesco Saverio D’Ayala al centro di un grande feudo ubicato tra i comuni di Enna e Piazza Armerina in C.da Furma (Forma). Un luogo di villeggiatura immerso in un ambiente bucolico, ricco d’acqua, circondato, oggi, da boschi compresi in un sito di interesse comunitario (SIC).
Questa residenza nobiliare realizzata per controllare l’andamento dell’azienda agricola, nel periodo estivo veniva utilizzata per le attività di svago o mondane, la caccia, le passeggiate nei boschi, il ricevimento privato.
L’architetto Lanzerotti che aveva già realizzato in Corso Italia, a Catania, il suo capolavoro la Villa D’Ayala (1914), era al corrente dei gusti raffinati della committenza, per cui, anche in campagna, elabora, grazie ad un articolato insieme di fabbricati, la casa del Cocchiere, la casa del Fattore, il ricovero per i cavalli, fabbricati rurali, la villa, i giardini e li colloca, lungo un “tratto urbano” la cui dimensione (180 metri), stabilisce un insieme simmetricamente ordinato.
L’Architetto, del resto, aveva già dato prova di dinamismo reinventando creativamente un’edilizia Liberty che si affermò particolarmente a Giarre intorno al XIX secolo.
"Infatti, la presenza di maestri locali, artigiani del ferro battuto e dell’intaglio della pietra bianca e grazie alla committenza borghese ricca e illuminata, furono realizzate moderne abitazioni che conservano ancora delicate decorazioni a spolvero o a tavolozza con motivi floreali, figure femminili, paesaggi che scopriamo riprodotte nei soffitti di villa D’Ayala.
Il liberty catanese, in campo architettonico, risente dell'influenza dell'affermato Ernesto Basile di Palermo, che nella città etnea realizzò Villa Manganelli in Corso Italia, un villino alto borghese d'aspetto di castello regale, ornato da mattonelle arabescate e coronato da due torrette angolari neo-normanne".
Paolo Lanzerotti (1875-1944) si distacca dagli altri architetti liberty perchè non ama il floreale, considerandolo uno stile da convulsioni. Le sue architetture sono strutturalmente liberty, ma prive di una ridondanza floreale. La oramai perduta Villa D'Ayala di Corso Italia del 1914 era il suo capolavoro. Il classicismo imperava con la sequenza degli ordini sulle finestre, mentre il liberty la conquistava con l'abbondanza di logge, terrazze e verande. Artista eclettico, nel villino Benenati mette assieme la torre normanna, il timpano classico, le aperture catalane ad esili colonne e il balcone massiccio barocco. Sono altre sue opere il Villino Citelli, con segni neogotici e archivolti liberty adornati da fanciulle ridenti, Villa Del Grado, di Corso Italia, la cui massa quadrata domina le presenze floreali dei davanzali, il Cinema Hall (attuale sede della Rinascente), la villetta di via Vincenzo Giuffrida 35, Villa Farnè, oggi distrutta, Villino Priolo di via Androne, Villino Lanzerotti, Villino Benenati in via Oberdan, il Cinema Diana in via Umberto, Villa Bonaiuto in corso Italia, Villa Pancari in via Acque Casse, Palazzo Zingali in via Etnea a Catania.